Tiella di Gaeta, la torta salata è la ricetta simbolo del pranzo dei pescatori

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Non c’è turista, viaggiatore o residente che, passeggiando tra i vicoli di Gaeta Vecchia, non abbia resistito alla tentazione di assaggiare almeno una volta un trancio della Tiella di Gaeta, il cibo di pescatori e contadini!

La ridente cittadina laziale di Gaeta, dove il profumo del mare si unisce alla bellezza di spiagge dorate e acque cristalline, è ricca di storia e cultura ma anche di una vasta gamma di delizie culinarie. La cucina locale è rinomata per la qualità dell’olio extravergine di oliva e dei vini prodotti sul territorio, e per i tanti piatti a base di pesce fresco, come la Tiella di Gaeta, il baccalà o i frutti di mare, che da sempre caratterizzano sia la cucina povera della tradizione sia quella più innovativa dei tanti chef presenti oggi sul territorio.
Di una ineguagliabile bontà, la Tiella di Gaeta occupa il primo posto tra le pietanze locali. Il suo nome deriva dalla teglia di rame stagnato che, in passato, si utilizzava per la cottura. Si tratta di una torta salata che combina i sapori autentici del luogo, di terra e di mare, e incanta ogni palato. Grazie agli ingredienti freschi e genuini che la compongono e alla semplicità nel prepararla, questa pietanza nel tempo è divenuta un vero capolavoro gastronomico. Due soffici sfoglie di pasta di pane lievitata racchiudono cibi diversi: dal pescato locale – polipi e moscardini, polpi, alici, baccalà – alle verdure, come cipolle e pomodorini freschi, scarola e olive di Gaeta, broccoletti e salsiccia, o formaggio e uova.

Una prelibatezza che si mangia con le mani

Non c’è turista, viaggiatore o residente che, passeggiando tra i vicoli di Gaeta Vecchia, non abbia resistito alla tentazione di assaggiare almeno una volta un trancio di Tiella di Gaeta, farcita con il pesce fresco o con scarola e olive. Eh sì, perché la Tiella è oggi anche un tipico cibo di strada pratico che si può acquistare nelle storiche botteghe del borgo antico o al porto e gustare tiepida o fredda sul panoramico lungomare Caboto. I cittadini di Gaeta rammendano simpaticamente che per apprezzarne al meglio morbidezza e compattezza, la tiella, va “mangiata con le mani, tagliata a spicchi e con l’olio che coli nelle maniche!”. Questo cibo di altri tempi può essere acquistato a pezzi o si può optare per l’acquisto di una tiella intera da portare a casa come tipicità e consumarla il giorno dopo per pranzo o cena, o per banchetti in compagnia.

Cibo di pescatori e contadini, inventato forse da Ferdinando IV, oggi anche cibo gourmet

Tiella di Gaeta
La Tiella di Gaeta conserva bene i suoi sapori per diversi giorni, ed è questo uno dei motivi principali per cui si intreccia con la cultura marinara e la vita di pescatori e contadini locali. I pescatori durante i viaggi in mare portavano in barca la tiella preparata a casa, come pranzo nelle ore di lavoro o di pesca, e così pure i contadini in campagna. Un cibo genuino che, oggi, oltre ad essere cibo di strada è anche cibo “gourmet” in molti ristoranti del litorale tra Lazio e Campania, dove spesso è la pietanza protagonista, con ripieni innovativi, delle ricette di chef e cuochi d’eccellenza.
La storia della “Tiella di Gaeta” si perde tra molte narrazioni. È citata nel “Codex Diplomaticus Cajetanus” di Gaeta del 997 d.C. come merce di scambio, ma nella cittadina si identifica come suo inventore Ferdinando IV di Borbone (1751-1825), grande estimatore della Tiella con scarola e olive. Si narra che Ferdinando IV, quando si trovava a Gaeta, era solito passeggiare nel borgo marinaro, confondendosi tra gli abitanti nelle stradine e, proprio, tra questi quartieri, pare abbia inventato la Tiella. Mentre ammirava una massaia lavorare il pane, lui stesso prese una teglia di rame, la rivestì con l’impasto del pane e versò al suo interno scarola e olive di Gaeta, che la massaia aveva pronte in una zuppiera in cucina. Vi pose, poi, in superficie un altro disco di pasta ed ecco la nascita della Tiella di Gaeta! Nel corso dei secoli, il ripieno si è arricchito, prediligendo gli ingredienti del territorio, tanto che la Tiella iniziò poi ad essere apprezzata anche da tutta l’aristocrazia, che preferiva il ripieno con il pesce, in particolare, con i calamaretti più pregiati.

Semplicissima da preparare in casa

La ricetta della “Tiella di Gaeta” è di facile realizzazione anche in casa. A Gaeta, ingredienti e procedimento si tramandano in ogni famiglia, da generazione a generazione. Occorre avere una buona manualità nel rivestire la teglia e nel realizzare l’impasto con acqua, farina, olio e lievito, e infine bisogna avere creatività e palato per ben abbinare gli ingredienti del ripieno. Particolare attenzione va prestata anche alla cottura, perché spesso il ripieno è umido e si rischia di rendere troppo morbida la base, meglio scegliere una teglia in metallo e posizionarla nella parte più bassa del forno. Il fondo della torta deve risultare croccante, in contrasto con il ripieno più umido. Oggi la Tiella di Gaeta è un prodotto tipico della Regione Lazio e lo stesso comune ha riconosciuto il marchio De.C.O. (denominazione comunale di origine).


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