Molte e rappresentative di una forte identità gastronomica, le ricette tipiche delle Marche disegnano un quadro nel quale è possibile ammirare la ricchezza, ma anche le differenze, delle gastronomie provinciali.
La cucina marchigiana è infatti da intendersi non come un unicum regionale (anche a causa del difficile cammino di integrazione territoriale del Centro Italia), quanto piuttosto come un insieme di varie tradizioni. Il primo accenno letterario a una “cucina delle Marche” è infatti datato 1779, su opera di Antonio Nebbia, e comprende la sola cucina di Macerata e zone limitrofe.
Sono decisamente numerosi i piatti tipici della cucina marchigiana, ma più di altri vale la pena di segnalare:
Da segnalare la ricca diffusione del brodetto di pesce, la cui origine è da far risalire alla bouillabaisse francese (prevalentemente a Marsiglia), nonché dei maccheroncini di Campofilone, presidio IGP dal 2013 che vengono conditi tradizionalmente con un ragù a base di rigaglie di pollo.
Nelle alte Marche si prepara poi la crescia, una sorta di antesignana della piadina romagnola che però prevede l’aggiunta di lievito e uova. Questa viene poi farcita in vari modi, particolarmente con il prosciutto di Montefeltro e la casciotta urbinate.
La cucina tipica marchigiana, come è possibile vedere, prevede l’impiego molto forte della carne anche grazie alla ricca tradizione norcina della regione. Vi possiamo ritrovare prodotti tipici come il salame di Fabriano, il ciauscolo, il prosciutto di Carpegna, la coppa.
Tra i formaggi è prettamente tradizionale il pecorino in botte, così come il formaggio di fossa (soprattutto lo stesso pecorino), il raviggiolo e la casciotta urbinate. Con il formaggio, peraltro, si realizza la torta di formaggio (o torta pasquale salata), un lievitato tipico della Pasqua.
Legati alle feste sono il frustingo (dolce di fichi secchi e agrumi), le castagnole (delle palline di impasto ripieno a Carnevale) e gli altri dolci fritti come chiacchiere e frappe.