Il ravanello comune è un ortaggio conosciuto e largamente utilizzato in Italia. Il suo nome botanico è Raphanus sativus e appartiene alla famiglia delle Crucifere (o Brassicaceae). La sua scoperta risale a oltre 3000 anni fa, ma il suo utilizzo alimentare è attestato solo intorno al 1750 circa. È originario dell’Asia, in particolare Cina e Giappone. Sono denoti circa 350 generi e 3000 specie.
Il nome ravanello deriva da “raphys” (rapa), termine collegato al latino “raphanus”. Anche la lingua persiana ha contribuito a questo nome, infatti “rafe” in questa lingua significa “apparizione rapida”, riferendosi alla veloce germinazione dei semi.
È coltivato per la sua radice, poiché proprio la radice di forma solitamente tonda, talvolta allungata, costituisce il prodotto finale d’interesse alimentare.
Il ravanello è un ortaggio ricco d’acqua, apportando soltanto 11 kcal per 100 grammi di prodotto, poiché composto per la stragrande maggioranza d’acqua (95%). Presenta una moderata quantità di sostanze nutritive, tra cui: alcune vitamine del gruppo B, C, acido folico e alcuni sali minerali, il potassio è l’unico in concertazione rilevante.
Possiedono diverse proprietà benefiche, in particolare proprietà diuretiche, depurative, antispasmodiche, pro-appetente e pro-digestive, presentando anche un’azione antiossidante. Sono conosciuti per la loro capacità di conciliare il sonno. Presentano un indice glicemico basso, risultando adatto per coloro che soffrono di diabete.
Il rafanolo è una delle sostanze più importanti presenti nei ravanelli, insieme alla glucobrassicina e altre sostanze, fornisce un’azione medicamentosa. Alcuni studi hanno dimostrato le proprietà colecistocinetiche e antilitisiaco, utili nel trattamento dei disturbi biliari. È sfruttato in medicina per i composti fitoterapici.
La rafanina è la sostanza più importante presente nei semi, dotata di proprietà antibatteriche.
Le controindicazioni note nel caso di eccessivo consumo sono: irritazioni delle pareti gastriche e intestinali, con fenomeni di meteorismo.
Il consumo è sconsigliato per coloro che soffrono di gastrite, reflusso gastroesofageo e colon irritabile. Può provocare effetti lassativi, seppur blandi.
Il ravanello è una pianta erbacea che non supera il metro di altezza. È di tipo biennale e produce un solo frutto alla volta. Il seme differisce dagli altri, poiché resiste particolarmente ai climi rigidi, germinando rapidamente nei mesi caldi, tra febbraio e luglio.
Si adatta facilmente all’ambiente e al terreno di coltivazione, anche se predilige un suolo ricco di sostanze nutritive e minerali.
Le varietà sono numerose, sostanzialmente tutte estremamente simili, la differenza si basa sulla precocità, sulla forma e sul colore della radice. In Italia le più diffuse sono:
I ravanelli, sia in Italia che altrove, vengono consumati solitamente crudi. È possibile trovarli facilmente in ogni supermercato o mercato, anche quelli meno riforniti.
Si conservano in frigorifero riposti in un sacchetto alimentare, anche se è sconsigliato tenerli a basse temperature per più di 4-5 giorni. Il congelamento è vivamente sconsigliato, poiché potrebbero perdere la loro croccantezza e consistenza.
Va scelto in base all’utilizzo che ne si vuole fare: se si vogliono consumare le foglie vanno scelti quelli con delle foglie fresche, di un verde vivido. Soprattutto vanno acquistati in base al sapore e alle ricette in cui lo si impiega.
Vengono spesso conservati per mesi sotto forma di conserve, per esempio sott’aceto.
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