Radicchio… o cicoria? Non è una scelta, ma una realtà botanica: il radicchio, ortaggio gustoso e molto coltivato nel Nord Italia, appartiene infatti alla specie Cichorium.
La specie, a sua volta, fa parte della famiglia Asteraceae, come il carciofo e il topinambur.
Sappiamo che la zona di Treviso, ma più in generale tutto il basso Veneto, hanno visto sin da tempi antichissimi la coltivazione a uso alimentare delle varie cicorie, ma lo sviluppo della produzione del radicchio vero e proprio, così come lo consumiamo oggi, è molto più recente.
Alcuni attribuiscono la nascita del radicchio rosso di Treviso a delle lavorazioni agronomiche di Francesco Van der Borre, un giardiniere paesaggista di origine belga che, trasferitosi in zona nel 1860, sperimentò varie tecniche come l’imbiancamento favorendo così la nascita di nuove cultivar.
Oggi il radicchio è universalmente associato al Veneto, ed è proprio da quattro delle sue città (Castelfranco, Chioggia, Treviso e Verona) che ne provengono le qualità più esclusive.
100 grammi di radicchio rosso apportano all’organismo appena 13 kcal. Un quantitativo minimo, che si deve soprattutto alla preponderante presenza d’acqua con oltre il 94% del peso.
Pressoché assenti i grassi (0,1g) mentre carboidrati e proteine si equivalgono con 1,4-1,6g cadauno. Dal punto di vista vitaminico troviamo una certa scarsità dei vari elementi, con un picco positivo per la vitamina C (10mg) e un picco negativo per la vitamina B2 (0,05g).
Buono invece l’apporto di fibre (3g) e di potassio (240mg).
Il radicchio è una verdura dall’ottimo profilo di digeribilità, ed è consigliata sia nei soggetti con patologie a carico dell’apparato digestivo/intestinale e sia per chi soffre di stitichezza, grazie alla presenza di acqua e fibre.
Le fibre sono benefiche invece per la circolazione sanguigna, poiché trattengono gli zuccheri, contrastano la formazione del colesterolo LDL e favoriscono la lotta al diabete di tipo 2.
È inoltre ricco di antiossidanti (antociani e triptofano) che agiscono favorevolmente contro lo scompenso cardiaco e l’insonnia.
Un buon cespo di radicchio si riconosce da pochi, semplici elementi. Le foglie si presentano uniformi nel colore e nella consistenza, leggermente croccanti e con un caratteristico suono se spezzate.
Diversamente macchie di colore, mollezza o eccessiva umidità significa che il radicchio ha raggiunto un eccessivo grado di maturazione ed è poco adatto al consumo alimentare.
Un consumo regolare di radicchio non porta a controindicazioni o effetti collaterali, salvo che nei soggetti che soffrono di calcoli colecistici, di ulcere gastroduodenali e nelle donne in stato interessante, poiché può essere eccessivamente stimolante per l’utero.
Il radicchio è una verdura tipicamente autunnale e invernale.
Se le varietà precoci possono essere raccolte già a inizio settembre e quelle tardive durano fino a marzo inoltrato, i mesi migliori per l’acquisto si concentrano tra ottobre, dicembre, gennaio e febbraio.
Tra le molte cultivar di radicchio, le più celebri e tutelate a livello enogastronomico sono:
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