Pinoli: proprietà, benefici e controindicazioni

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I pinoli sono i semi del pino domestico (Pinus pinea), ovvero la parte edibile del frutto che si forma all’interno dello strobilo, che è il nome scientificamente corretto della pigna.

Da sempre la presenza della pigna, e di conseguenza dei pinoli nell’iconografia delle varie civiltà storiche suggerisce la sua valenza come simbolo di fertilità e di vita, in misura tale che il pino può essere riconosciuto come l’albero della vita. Si tratta di una rappresentazione molto frequente nell’arte cristiana, che trova conferma anche nella somiglianza con la ghiandola pineale, una parte del nostro cervello che in molti sostengono sia la sede dell’anima.

Pur trattandosi di una frutta secca, non è possibile associare i pinoli alle noci per un semplice motivo: provenendo infatti il pinolo da gimnosperme (i pini), non è dotato di carpello, ovvero la protezione della parte riproduttiva. Dal punto di vista botanico, il pinolo – ovvero il seme – è ricoperto una uno strato rigido, il gametofito, che sostiene lo sporofito (il seme vero e proprio).

Ecco perché, per ottenere i pinoli, è necessario dapprima aprire la pigna e poi liberare la parte edibile rompendo il gametofito. Una lavorazione che può avvenire quasi solo manualmente, il che giustifica l’altissimo costo al dettaglio dei pinoli.

Basti pensare che il costo medio di un chilogrammo di pinoli oscilla tra i 50 euro per quelli provenienti dalla Russia ai 100 per i pinoli spagnoli fino ai 150 euro per quelli italiani. Le varietà più economiche sono quelle cinesi, con prezzi all’ingrosso di circa 13 euro al chilo, contro i circa 26 euro del pinolo pachistano. Quello spagnolo è secondo solo all’italiano come prezzo e qualità.

Profilo nutrizionale del pinolo

Il pinolo può essere considerato come uno degli alimenti, non solo tra la frutta, a maggiore apporto calorico. 100 grammi di parte edibile apportano all’organismo addirittura 670 kcal, una quantità che costituisce circa 1/3 dell’intero fabbisogno giornaliero di un uomo adulto (2000 kcal/die).

Questo marcato profilo nutrizionale è dovuto alla prevalenza, tra i tre macronutrienti principali, dei grassi. Questi costituiscono infatti oltre il 76% del peso, con ben 452 kcal derivanti. Seguono le proteine, con 127,6 kcal e il 21,45% del peso e i carboidrati, con un 2,5% sul peso che corrisponde a 15 kcal.

Importante la presenza di fibra alimentare (4,5 grammi) che è in maggior parte insolubile (3,77 contro gli 0,76 grammi della solubile). Dal punto di vista minerale non presenta sodio e potassio mentre è ricco in calcio e fosforo e scarso in ferro.

Tra le vitamine si contano le sole B (tiamina, riboflavina e niacina, quest’ultima predominante) e A, mentre è assente la vitamina C e la vitamina E.

Benefici legati al consumo di pinoli

La frutta secca è da tempo rivalutata come aggiunta di qualità nella dieta mediterranea. Pur evitandone eccessi, che risulterebbero in un apporto calorico importante, è possibile consumarne circa 20-30 grammi al giorno.

Ne consegue che un consumo morigerato di pinoli (alla pari di noci, mandorle etc.) possa avere effetti significativi sull’organismo. Innanzitutto ne beneficia la lotta al colesterolo: i pinoli contengono acidi grassi insaturi e acido linoleico, responsabile dell’effetto ipocolesterolemizzante del pinolo.

Importante anche la presenza di proteine, particolarmente di amminoacidi come l’acido glutammico, quello aspartico e l’arginina. Quest’ultima è recentemente entrata nella conoscenza comune poiché le case farmaceutiche ne realizzano degli integratori i cui effetti includono il corretto funzionamento dell’apparato vascolare e una lotta alla disfunzione erettile nell’uomo.

Le fibre sono responsabili del corretto funzionamento dell’intestino e della buona regolarità, mentre le vitamine contenute nei pinoli hanno un ottimo effetto antiossidante.

Più in generale, i benefici del pinolo riguardano i soggetti con colesterolo alto, la lotta all’ipertensione, aiutano le donne in gravidanza e combattono l’astenia.

Controindicazioni

I pinoli possono scatenare, in soggetti predisposti, reazioni allergiche anche gravi. Per questo motivo è importante che il consumo sia legato all’accertamento circa la presenza di allergie a questo alimento.

Viene inoltre sconsigliato alle puerpere, poiché può condizionare negativamente il sapore del latte materno, oltre ad avere un potenziale allergizzante che è potenzialmente pericoloso per il bambino.

Fatte salve queste eccezioni, è un alimento che non induce rischi, premettendone un consumo contenuto a causa del suo altissimo apporto calorico.

Stagionalità

La raccolta dei pinoli è un procedimento piuttosto lungo, non complesso ma che richiede un lavoro laborioso per ricavare il massimo quantitativo di parte edibile dalle pigne. Il ciclo naturale del pino vede i frutti maturare nel corso dell’estate: le pigne si raccolgono dunque solo a partire dal mese di ottobre e durante i mesi autunnali e invernali.

La disponibilità del prodotto finito dura invece tutto l’anno poiché, trattando di frutta secca, ha una conservabilità piuttosto ampia in atmosfera protetta.

Varietà e provenienza dei pinoli

In un recente studio dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) si è notato come la grande maggioranza dei pinoli commercializzati provenga dai pini coreani, che crescono nelle zone della Russia orientale (Siberia e regioni confinanti con Cina e Mongolia).

Per questo motivo, la maggior parte dei pinoli che mangiamo non è di origine italiana, bensì sino-russa. Ne consegue che anche le varietà siano diverse: mentre i pinoli asiatici (anche quelli coreani, russi, pachistani e del Bangladesh) sono di colore tendenzialmente giallo e più lunghi, quelli che provengono dalle pinete italiane si riconoscono per una forma più regolare e un colore tendenzialmente avorio.

I pinoli mediterranei sono molto profumati, anche a causa delle condizioni climatiche. Quelli russo-cinesi sono tendenzialmente amari con punte scure e quelli del Medio Oriente sono molto dolci e ricchi in sostanze oleose.

Curiosità

In passato il pinolo era considerato, insieme alle mandorle e al miele, un alimento dagli effetti afrodisiaci. Ecco perché Greci e Romani ne consumavano in grande quantità.


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