Le patate sono uno dei cibi più amati e diffusi sulle tavole delle famiglie italiane.
Come altri alimenti quali i pomodori, i peperoni, il mais, le fragole e il cacao, le patate sono arrivate nel continente europeo solo in seguito alla scoperta delle Americhe.
Appartenenti alla famiglia dopo secoli in cui sono state considerate cibo per il bestiame o riservato alle classi sociali più povere, si sono a poco a poco fatte largo (con merito) nei ricettari di gran parte d’Europa.
100 grammi di parte edibile delle patate apportano all’organismo circa 77 kcal. In questo senso, le patate hanno un apporto calorico superiore a quello di diversi ortaggi, oltre a essere ricche di carboidrati. Nonostante ciò rappresentano un alimento ideale per qualsiasi tipo di regime nutrizionale, stando, naturalmente, sempre attenti alla cottura, agli accostamenti con altri alimenti, alle dosi e ai condimenti.
Le patate, infatti, possono essere un ottimo sostituto di pane, pasta e riso, poiché a parità di carboidrati hanno meno calorie e più nutrienti. Trattandosi, inoltre, di carboidrati complessi e quindi a lento e graduale rilascio di glucosio nell’organismo, possono integrare anche una dieta per soggetti diabetici.
Oltre alla presenza di molte vitamine, come A, B6 e C (con quantitativi, rispettivamente, di 2IU, 0,3mg e 19,7mg) le patate sono ricche di minerali necessari per il corretto funzionamento del nostro organismo, come il fosforo, il magnesio, il potassio, senza tralasciare il selenio e lo iodio. Tutte queste qualità fanno delle patate una valida alternativa per un piatto unico da consumare sia pranzo che a cena.
Questo alimento non solo è naturalmente privo di colesterolo e di grassi saturi, ma non contiene neanche lattosio e glutine, e proprio per questo motivo rappresenta un ottimo sostituto di pane e pasta per l’apporto di carboidrati nella dieta per la celiachia.
Le patate, inoltre, risultano più facilmente digeribili grazie alla loro abbondanza di fibre, e contribuiscono altresì ad aiutare l’attività intestinale in caso di gastriti, coliti, stipsi e problematiche connesse.
Grazie al loro alto contenuto di amido, dall’effetto lenitivo, si possono utilizzare anche delle fette di patata a crudo come impacchi per arrossamenti e pruriti della pelle, oltre che per leggere ustioni.
Infine, l’acqua di bollitura o anche la fecola di patate, che è proprio l’amido di questo tubero, si possono utilizzare come ingrediente per delle maschere per la pelle del viso dall’effetto tonificante e idratante.
Le patate devono essere consumate soltanto cotte, poiché a crudo risultano indigeste. Inoltre bisogna sempre fare attenzione alla loro conservazione, che deve avvenire al fresco e al buio, per prevenire che le dosi di solanina (un alcaloide tossico presente sia nella buccia che, in dosi minori, anche all’interno) tendano ad aumentare rendendone fastidioso il sapore.
Nonostante queste controindicazioni relative principalmente alla conservazione e alla cottura, vale la pena ricordare che per una possibile intossicazione bisognerebbe mangiare una dose piuttosto elevata di questo prodotto.
In alcuni soggetti predisposti, il consumo di patate – a causa della presenza di amido – può essere associato a meteorismo e aerofagia. Per evitare episodi di questo tipo, è consigliabile la lessatura, che riduce al minimo il quantitativo di amido presente nelle patate.
Al momento dell’acquisto, si deve prima di tutto prestare attenzione allo stato di conservazione delle patate evitando quelle che hanno la buccia inverdita e/o con germogli per via dell’esposizione alla luce, quelle con la buccia raggrinzita oppure danneggiate.
Infine, la scelta delle patate deve essere fatta in base alle esigenze di cucina, ovverosia al menù che abbiamo in mente di preparare in quanto ogni varietà ha delle caratteristiche differenti che la rendono più o meno adatta ad un certo tipo di cottura.
A differenza di altri ortaggi, molti tipi di patate possono essere conservati anche per lunghi periodi dal momento della raccolta, che di solito avviene a fine estate, tra agosto e settembre.
Le patate novelle, invece, non raggiungono la piena maturazione, ma vengono raccolte, per così dire, ancora “acerbe”.
Questo è il motivo principale per il quale sono disponibili solo per un breve periodo, che coincide con la primavera, e non possono essere conservate a lungo.
Come già accennato, le patate sono originarie del Centro e Sud America. Grazie all’esportazione da parte dei conquistadores spagnoli, questo tubero si è velocemente diffuso in Europa, acquisendo poi caratteristiche differenti in base ai luoghi di coltivazione.
Attualmente le varietà di patate nel mondo sono circa 5000. Tutte, però, possono essere raggruppate in base a una serie di caratteristiche comuni:
Negli ultimi anni, anche la patata viola (ricca di proprietà antiossidanti) si è fatta largo nelle cucine degli chef stellati e, poi, nei supermercati, dove ormai non è difficile trovarla. La consistenza è farinosa ed il sapore più dolce, mentre il colpo d’occhio nella preparazione di gnocchi o purè è sicuramente garantito.
Una menzione a parte merita la batata, o patata dolce, che poi patata propriamente detta non è. Appartiene, infatti, a una diversa specie botanica, nello specifico alla famiglia delle Convolvulaceae e non, quindi, delle Solanaceae come le classiche patate.
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