Pasta alla carcerata, un piatto degno degli anni ’80

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La pasta alla carcerata è un piatto della tradizione italiana che unisce sapori intensi e ingredienti semplici in un abbraccio cremoso e avvolgente. Degno piatto, probabile variante, di ricette più famose stile anni ’80, che nasce dall’ingegno popolare e dalla voglia di staccarsi da quegli anni austeri del dopoguerra. E va sempre bene.

Ingredienti

  • 320 gr di pasta corta (rigatoni, mezze maniche)
  • 3 salsicce preferibilmente fresche
  • 250 gr di panna fresca
  • 250 gr di passata di pomodoro
  • 200 ml di Brandy (o rum)
  • 60 gr di parmigiano reggiano (grattugiato fresco)
  • 1 cipolla (media o piccola, non grande)
  • prezzemolo (tritato) qb
  • olio extravergine d'oliva qb
  • sale qb
  • pepe qb
  • Tempo Preparazione: 5 minuti
  • Tempo Cottura: 15-20 minuti
  • Dosi: 4 porzioni
  • Difficoltà: Facile
  • Cucina: Italiana
  • Categoria: Primi Piatti

Procedimento

  1. Trita finemente una cipolla piccola e soffriggila in una padella con un filo d’olio extravergine di oliva a fuoco basso, fino a quando diventa trasparente.

  2. Mentre la cipolla cuoce, rimuovi il budello dalle salsicce e sbriciolale direttamente nella padella con la cipolla. Alza leggermente la fiamma e fai rosolare la salsiccia fino a quando non è dorata e ben cotta.

  3. Sfumala con 200 ml di brandy, lasciando evaporare l’alcol, e mescola bene per amalgamare i sapori.

  4. Aggiungi 250 g di passata di pomodoro alla padella, mescola e lascia cuocere il sugo per una decina di minuti a fuoco medio-basso, fino a quando si addensa leggermente.

  5. Quando il sugo è pronto, abbassa la fiamma e aggiungi 250 g di panna fresca. Mescola bene per ottenere una salsa cremosa e omogenea.

  6. Nel frattempo, cuoci 320 g di pasta corta (come rigatoni o mezze maniche) in abbondante acqua salata. Scolala al dente (o un minuto prima) e trasferiscila direttamente nella padella con il sugo.

  7. Mescola la pasta con il sugo, aggiungendo 60 g di parmigiano reggiano grattugiato, un pizzico di pepe e prezzemolo tritato a piacere. Salta la pasta in padella per un minuto, in modo che si amalgami bene con la salsa.

  8. Servi la pasta ben calda, guarnita con un’ulteriore spolverata di parmigiano e prezzemolo fresco, se lo desideri.

Pasta alla carcerata: un dolce (e calorico) ricordo degli anni ’80

La pasta alla carcerata è un piccolo capolavoro che prende le sue radici nella tradizione popolare del centro-sud, dove da sempre la cucina è una espressione di ingegno, semplicità e necessità. Il nome stesso ricorda un po’ un contesto di ristrettezza dove gli ingredienti erano limitati e il bisogno di fare cose sostanziosi e nutrienti era una necessità. Un po’ come la tradizione del panino, che da qualche parte è diventata iconica, tipo quella botta di vita della Paposcia come piatto unico per il pasto dei braccianti.

Il risultato di usare certi ingredienti ben conservabili è solo la delizia, ma ormai non ci sorprende. L’uso della panna da cucina, però, ricorda molto gli anni ’80. E ciò va bene, anzi, va benissimo: combinare panna e salsiccia crea una salsa cremosa e ricca, perfettamente bilanciata dal pomodoro leggermente acido che viene un po’ smorzato e reso omogeneo dall’uso del brandy (con cui si può fare una ciambella deliziosa).

Dopotutto negli anni ’80 la cucina nostrana si è aperta a nuove sperimentazioni senza rinunciare, nel modo più totale, alla ricchezza… degli ingredienti, e alla ricchezza dei sapori. Il vecchio periodo austero di fame era alle spalle, e si faceva di tutto per lasciarlo alle spalle: l’opulenza della panna in cucina era un must, così nei tortellini alle 3P (panna, prosciutto e piselli) o nel famoso e onnipresente cocktail di gamberetti.

Oggi come oggi la pasta alla carcerata è apprezzata per essere buona, semplice, facile e veloce. Ma non è la sola ricetta con queste caratteristiche.


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Pasta alla carcerata


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