Il pangiallo romano è un dolce tipico delle feste che ha origini antiche, risalenti addirittura alla Roma imperiale. Si usa prepararlo il giorno del solstizio d’inverno come buono auspicio per il ritorno delle lunghe giornate di sole, forma che ricorda un pò questo dolce.
Sono tante le varianti di ricetta di pangiallo che si possono trovare, com’è solito per un piatto di antiche origini, ma più che di pangiallo si tratta di panpepato ricetta molto diffusa in Umbria, Toscana e in generale in tutto il centro Italia.
Riscaldate il miele in un pentolino fino a renderlo liquido, unendo la buccia grattugiata di un arancio e di un limone. Nel frattempo mettete l’uva passa a bagno per circa 30 minuti.
Tritate grossolanamente tutta la frutta secca e riunitela in una ciotola insieme con i canditi, l’uva passa strizzata e il cioccolato tritato.
Aggiungete il miele sciolto e mescolate. Quindi aggiungete la farina a poco a poco e amalgamate bene fino a far diventare il composto compatto.
Con le mani infarinate formate quattro panetti e metteteli su una placca da forno a riposare per un paio d’ore.
Preparate la glassa mettendo in un pentolino a scaldare la farina, l’olio e lo zafferano (qualche pistillo) sciolto in un pò di acqua. Aggiungete altra acqua per formare una pastella fluida con cui spennellare i panetti.
Infornate a 180° per 40 minuti fino a quando non si sarà formata una crosticina sopra il panetto.
Potete rendere il pangiallo ancora più ricco aggiungendo all’impasto anche fichi secchi e pistacchi. In questo caso equilibrate le dosi diminuendo le quantità della frutta secca.
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