Il pandolce è un tradizionale dolce di fine pasto che viene servito a Genova e nel resto della Liguria durante il periodo di Natale, così famoso che anche nei paesi anglosassoni è chiamato Genoa Cake (la torta di Genova).
Le origini del pandolce sono da ricercarsi nel Cinquecento, durante il governo del doge Andrea Doria, che lo fece preparare per rappresentare la ricchezza culturale e gastronomica della Repubblica marinara ligure. Secondo la tradizione viene portato in tavola a Natale dal più giovane della famiglia, che lo passa per il taglio al più anziano.
Da ciascun pandolce vanno conservate due fette che non vanno consumate. Una infatti si lascia tradizionalmente ai poveri, e l’altra va consumata il 3 febbraio per San Biagio a protezione della gola.
A Genova è possibile trovarlo in ogni periodo dell’anno in due forme: il pandolce alto e quello basso proprio come quello presentato in questa ricetta.
Iniziare la preparazione lasciando ammollare in acqua tiepida l’uvetta. Bastano circa 5-10 minuti, in modo da reidratare i chicchi e renderli più facili da inserire nell’impasto.
Amalgamate insieme il burro a temperatura ambiente e lo zucchero fino ad ottenere una crema liscia, quindi aggiungete anche l’uovo. Non dovete montarlo, ma solo unirlo alla crema di burro.
Aggiungete il rum e il sale e fateli assorbire dall’impasto. Quindi procedete a inserire nell’impasto i canditi, i pinoli e l’uvetta ben strizzata. Unite anche il latte e fatelo assorbire dall’impasto.
Unite ora la farina e lievito e continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto compatto. Dovrà avere la consistenza della pasta frolla e non essere elastico.
Spolverizzate il tavolo di lavoro con un po’ di farina e lavoratelo brevemente con le mani. Quindi mettetelo su una teglia da forno e schiacciatelo fino a formare un disco spesso circa 4 cm.
Infornate il pandolce in forno statico già a temperatura per circa 50 minuti a 180°. Prima di cuocerlo formate delle incisioni a rombo sulla superficie.
Se volete provare altri dolci tipici del Natale provate a sperimentare anche lo zelten trentino o la gubana friulana.
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