Il pampapato è il dolce tradizionale di Ferrara, la splendida città emiliana dominata dagli Estensi dal XV al XVII secolo.
Ne rappresenta, insieme alla salama da sugo e i cappellacci di zucca, l’identità gastronomica storica. Le sue origini si fanno risalire generalmente al Quattrocento: la corte Estense, nel suo periodo di massimo splendore, era solita organizzare enormi banchetti per famiglie nobili e alleati politici.
I pranzi e le cene, al culmine, vedevano protagonisti dei dolci fatti con miele e frutta secca, come appunto il pampapato, la cui ricetta prevede l’aggiunta di cioccolato solo dal 1902. La forma, simile a quella di uno zuccotto, richiamerebbe la sua origine ecclesiastica.
Preriscaldare il forno in modalità statica a 170 °C.
Adoperando una ciotola molto capiente o una boule di acciaio, versare la farina, la miscela di cacao, la frutta candita, la cannella, i chiodi di garofano.
Tritare le mandorle con lo zucchero e aggiungerle al composto precedentemente indicato, mescolando gli ingredienti in modo che risultino uniformemente amalgamati.
Aggiungere la parte liquida dell’impasto del pampapato (ovvero il vino liquoroso) e iniziare a lavorare l’impasto.
Qualora l’impasto dovesse risultare eccessivamente duro, aggiungere altro liquore o vino fino a ottenere una consistenza più lavorabile.
A questo punto, bagnando le mani per evitare che l’impasto si appiccichi, formare una cupola del diametro di 20-22 centimetri circa, che andrà posizionata su una placca coperta con carta da forno.
Infornare e lasciar cuocere a 170 °C per 40 minuti.
Far sciogliere il cioccolato fondente, indipendentemente dalla modalità scelta (a bagnomaria o al microonde), senza aggiungere altri ingredienti.
Sfornare il pampapato e lasciarlo raffreddare su una gratella. Una volta freddo, coprirlo con la glassa al cioccolato, che dovrà solidificare per un’ora circa.
Il pampapato si serve a fette sottili, freddo e senza ulteriori aggiunte.
Scopri altre ricette
La Videoricetta Top