L’orzo è uno dei cereali più antichi e versatili coltivati dall’uomo, protagonista storico nell’alimentazione. Originario della Mezzaluna Fertile è stato un alimento base per civiltà come Egizi, Greci e Romani, grazie alla sua capacità di adattarsi a climi diversi e di crescere rapidamente, pure in condizioni difficili. Ecco cosa sapere per usarlo al meglio.
Col tempo l’orzo è diventato una cultura fondamentale in tutto il mondo sia per una questione di proprietà nutrizionali che per una questione di versatilità in cucina rimarchevole. In Italia l’orzo ha trovato una seconda casa: il Bel Paese è tra i maggiori produttori globali sfruttandolo in molte ricette, bevande e preparazioni tradizionali. Questo cereale molto resistente ha accompagnato l’umanità per millenni, sopravvivendo a lunghi periodi di siccità e adattandosi a climi sia caldi che freddi, una questione nevralgica al giorno d’oggi.
E proprio queste caratteristiche lo rendono una scelta preziosa e sostenibile per la dieta moderna. Ma perché l’orzo non è così apprezzato quando dovrebbe? In molte ricette non si utilizza per una questione di modernità, tradizione, ossia viene relegato a zuppe e minestre, piatti buoni, rustici ma ormai in declino a favore di prodotti più raffinati. Eppure un’ottima parte dell’orzo italiano si utilizza per due cose:
però è molto più di un potenziale ingrediente per una zuppa.
L’orzo è un cereale ricco di nutrienti che offre numerosi benefici per la salute rendendolo un alimento prezioso in una dieta equilibrata. Appare molto spesso nelle diete, vi siete mai chiesti perché? Grazie alla sua composizione nutrizionale è particolarmente apprezzato per il contenuto di fibre, vitamine del gruppo B, minerali (magnesio, fosforo e potassio) e composti antiossidanti. Ma a cosa fa davvero bene l’orzo?
Nonostante i numerosi benefici l’orzo non è privo di controindicazioni e va consumato con alcune precauzioni, anche se questo è un discorso generale.
Parliamo della prima questione, però: uno dei principali limiti dell’orzo è la presenza di glutine, proteina che lo rende inadatto a chi soffre di celiachia o di sensibilità al glutine non celiaca. Anche le bevande a base di orzo contengono tracce di glutine e vanno evitate da chi è intollerante.
Altro aspetto è che alcune persone, leggasi chi ha un sistema digerente sensibile, possono manifestare disturbi digestivi dopo aver consumato orzo per l’alto contenuto di fibre. Tante fibre possono causare gonfiore addominale o crampi. Per chi non è abituato a consumare cereali integrali consigliamo di introdurre l’orzo gradualmente nella dieta. Nota bene: ciò vale per ogni alimento con molte fibre, come buona parte dei legumi, inclusi fagioli e lenticchie.
Anche le porzioni hanno il loro perché in questo discorso: una porzione standard si aggira sui 50-80 gr di orzo crudo a persona, che però quando cotto aumenta di volume e sazia parecchio.
L’orzo è un cereale disponibile in diversi tipi con caratteristiche specifiche che ne cambiano gusto, valore nutrizionale e i tempi di preparazione. L’orzo perlato è la variante più lavorata: nel processo di raffinazione viene tolta del tutto la crusca esterna. Ciò lo rende più veloce da cucinare con tempi che vanno sui 20-30 minuti, ma anche meno ricco di fibre rispetto alle versioni integrali. È utile per zuppe, minestre e insalate fredde perché la consistenza è morbida e assorbe sapore.
L’orzo decorticato è meno lavorato tenendo parte della crusca. Risultato: è più ricco di fibre e nutrienti, ma richiede che prima della cottura va messo in ammollo per 6-8 ore e poi cotto per 40-50 minuti. Ottimo per le preparazioni rustiche e le ricette nutrienti.
L’orzo nudo è la varietà meno comune ma anche la più integrale. Il chicco si separa naturalmente dalla sua buccia, mantenendo intatte tutte le proprietà nutritive. Se vuoi il cereale autentico e ricco di fibre, usa lui, e come prima, ma di più: ammollo per 8-12 ore e una cottura sui 50-60 minuti.
Per una cottura ottimale ti consigliamo sempre di sciacquare l’orzo sotto acqua corrente per eliminare eventuali impurità, indipendentemente dalla tipologia che hai. Una volta cotto puoi conservarlo in frigorifero per 2-3 giorni in contenitore ermetico, utile per dei pasti veloci infrasettimanali.
Orzotto al pomodoro e feta
L’orzo è un ingrediente molto versatile. Per quanto riguarda le ricette, l’orzo si presta a diverse preparazioni:
L’orzo fa ingrassare?
No, l’orzo non fa ingrassare se consumato nelle giuste quantità e nell’ambito di una dieta equilibrata. Col suo elevato contenuto di fibre l’orzo aiuta molto a dare un senso di sazietà, abbattendo la voglia di eccessi alimentari. C’è comunque da fare attenzione al resto dei condimenti e degli ingredienti a cui lo si abbina, tipo formaggi molto calorici o salse ricche. Come questa.
A quale categoria appartiene l’orzo?
L’orzo appartiene al genere Hordeum e alla famiglia delle Poaceae. Tra le specie più diffuse c’è l’Hordeum vulgare con le varietà del tetrasticum e l’exasticum, e l’Hordeum disticum, che in natura lo trovi con l’Hordeum spontaneum, tipico di Asia e Africa del Nord. Questa classificazione botanica colloca l’orzo tra i cereali più antichi e versatili utilizzati dall’uomo.
Come utilizzare l’orzo nella dieta?
L’orzo si può usare in molti modi per arricchire la dieta quotidiana. Si può usare come base per zuppe e minestre, per fare insalate (fredde o calde) e come alternativa al riso. Puoi berlo sotto forma di caffè d’orzo, che non ha caffeina. Si abbina benissimo a verdure, legumi carne bianca e pesce.
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