La Nigella è un alimento molto particolare. Questa curiosa materia prima è conosciuta da tempo immemore e utilizzata già dalle civiltà antiche in ambito erboristico, in particolar modo dalle popolazioni asiatiche. È però stata utilizzata per scopi culinari solo a partire dai romani. I semi sono famosi per le loro capacità repellenti, in special modo degli insetti, e sono fondamentali per tenere lontano le falene.
Quando si indica la Nigella in cucina, generalmente si intendono i semi, piccoli chicchi di colore nero molto opaco, caratterizzati per una superficie ruvida al tatto e un cuore bianco oleoso. Sono di forma vagamente triangolare e grandi all’incirca dai due ai tre millimetri.
I semi di Nigella vantano un bouquet olfattivo abbastanza ristretto, tuttavia, quando vengono sfregati e il calore rilascia l’olio essenziale, emanano un sentore che ricorda l’origano. Questi semi sono estratti da una pianta della famiglia del ranuncolo (Ranunculaceae), con foglie grigio-verdi sottili e filiformi, che presenta fiori bianchi con venature blu nel periodo tra giugno e settembre. Al loro interno vi è una capsula con degli scomparti, che si aprono quando sono essiccati e disperdono i semi.
La Nigella è originaria dell’Asia occidentale, dove oggi si trova sia allo stato selvaggio, sia coltivata.
Caratterizzati da un sapore leggermente amaro, che ricorda il pepe, i semi di Nigella sono apprezzati per la loro consistenza croccante. Con un valore 3 sulla scala di piccantezza e 345 calorie ogni cento grammi, questi semi contengono tutto il potenziale per dare sprint a un piatto. Per cento grammi, 52 sono di carboidrati, 16 di proteine, 15 di grassi, mentre la percentuale d’acqua è pressoché irrilevante, vista la loro consistenza.
I semi possono essere utilizzati interi oppure macinati e generalmente vengono fatti soffriggere leggermente in olio oppure arrostiti prima dell’uso. Possono essere facilmente schiacciati con l’ausilio di un mortaio e un pestello per ottenere una polvere. Oggi la Nigella si usa in India come spezia, in particolare nei piatti di carne brasata come il korma, nei dhal, nei chutney e sul pane naan prima della cottura, mentre in alcuni Paesi europei viene impiegata come sostituto del pepe.
In Medio Oriente, questi semi sono aggiunti all’impasto del pane. In definitiva, esistono diversi modi per aggiungere la Nigella alla propria dieta. Con un gusto leggermente amarognolo a metà tra l’origano e la cipolla, i semi vengono uniti per lo più a piatti salati, ma possono anche essere aggiunti a della farina d’avena, oppure frullati con yogurt.
I semi di Nigella sono uno degli ingredienti del panch poron, il mix di cinque spezie bengalese, nonché di molti garam masala.
Oltre al loro uso culinario, i semi di nigella sono noti per le proprietà medicinali. Storicamente, la Nigella è usata nella medicina indiana come carminativo e stimolante e molto spesso viene prescritta contro indigestione e disturbi intestinali. Sempre in India, è stata utilizzata al fine di indurre la contrazione uterina postnatale e favorire l’allattamento.
In effetti, il suo uso può essere fatto risalire nel corso dei secoli come rimedio naturale ad ampio spettro, poiché è stata indicata in grado di curare un po’ tutto, dalla bronchite alla diarrea. Molti studi hanno dimostrato in maniera evidente che l’alto contenuto di antiossidanti all’interno dei semi può contribuire a proteggere dalle malattie e a mantenere un generale stato di benessere.
Soprattutto quando assunta per via di integrazione, con capsule più concentrate, la Nigella aiuta a ridurre il colesterolo cattivo. Inoltre, l’azione protettiva dei semi di Nigella si espande anche a livello antibatterico, poiché può risultare davvero efficace nel contrastare svariati tipi di infezioni batteriche. Anche con le infezioni in corso, l’assunzione di Nigella potrebbe aiutare a ridurre i sintomi dell’infiammazione. Gli studi dimostrano che la Nigella può aiutare a contenere i livelli di zucchero nel sangue e proteggere il fegato da lesioni e danni.
La nigella può aiutare a proteggere il rivestimento dello stomaco, fornendo un’importante azione gastroprotettiva e prevenendo la formazione di ulcere allo stomaco. Infine, l’olio che se ne ricava viene diluito e applicato a livello topico come rimedio naturale per favorire la crescita dei capelli, ridurre l’infiammazione e trattare determinate dermatiti.
Nonostante sia stata associato a molteplici benefici per la salute e risulti generalmente sicura se usata come spezia, l’assunzione di un integratore o di un olio può invece comportare dei rischi. Non sono rare le segnalazioni di dermatite da contatto a seguito dell’applicazione sulla pelle. Ecco perché, prima di utilizzarlo a livello topico, meglio eseguire un test applicando una piccola quantità per assicurarsi che non provochi una reazione allergica.
Inoltre, alcuni studi sperimentali hanno evidenziato che la nigella e i suoi componenti possono influenzare la coagulazione del sangue, che possono interferire con i farmaci per la coagulazione del sangue. Per quel che riguarda la gravidanza, alcuni studi avrebbero ipotizzato la sua corresponsabilità nel rallentare le contrazioni uterine, ma solo se usato in grandi quantità. Ad ogni modo, nel caso di una gestazione in corso, meglio usare questa spezia con moderazione e consultare sempre il proprio medico per qualsiasi dubbio.
Ad ogni buon conto, siccome il seme produce un olio volatile che contiene melantina, tossica in grandi dimensioni, e niugellina, potenziale paralitico, questa spezia deve comunque essere usata con un po’ di moderazione.
Il nome nigella deriva dal latino nigellus, o niger, che significa ovviamente nero. È proprio la tonalità così particolare a definire questa spezia: non è un caso che altri sinonimi, molto usati qui in Europa, siano cumino nero e seme nero. Altri termini molto comuni per indicare la pianta sono: fiore di noce moscata, coriandolo romano e in francese, cheveux de Venus, ossia “capelli di Venere”.
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