Il mandarino è il frutto del Citrus reticulata, un albero che appartiene alla famiglia botanica delle Rutacee, storicamente proveniente dalla Cina e alla quale sono collegati vari agrumi.
Rispetto a molte specialità che provengono dall’America (come patate, pomodori e mais), i mandarini furono introdotti in Europa grazie ai commerci con l’Asia intrattenuti da spagnoli e portoghesi. Sappiamo che il mandarino, infatti, si diffuse nei paesi mediterranei piuttosto tardi, intorno cioè al 1400.
Il nome richiama quello del guan, un funzionario imperiale delle corti cinesi e vietnamite, che si occupava di compiti equivalenti a quelli delle prefetture occidentali.
Questi funzionari indossavano una riconoscibile divisa di colore arancione, proprio come il frutto del mandarino.
Oggi i mandarini non sono usati solamente come frutta di stagione, ma se ne ricavano confetture e persino liquori.
La parte edibile del mandarino apporta circa 72 kcal per ogni 100 grammi di peso. All’interno di ogni mandarino, la ripartizione percentuale è così divisa:
Dal punto di vista delle vitamine, invece, i principali quantitativi sono i seguenti:
Il contenuto di vitamina C corrisponde al 46,7% della dose giornaliera raccomandata (RDA), contro un 6,7% della B1, un 5,4% della B2 e poco meno del 2% della B3/PP.
Buoni i livelli di potassio, ferro e calcio, mentre il fosforo è più basso e il sodio è pressoché assente, alla pari del colesterolo e degli altri complessi vitaminici.
Quando parliamo di benefici del mandarino ci possiamo concentrare soprattutto sull’apporto di vitamina C, che è molto utile nelle fredde giornate d’inverno per combattere i malanni di stagione; molto importante anche l’azione sulla pelle e sui capelli, poiché nutre le cellule.
Le fibre contenute nei mandarini aiutano a mantenere una certa regolarità intestinale, mentre le altre vitamine tengono la pressione del sangue bassa e migliorano la produzione di serotonina, che è responsabile per il nostro buonumore.
Gli effetti collaterali del mandarino non sono moltissimi, e si limitano a soli due casi:
Per scegliere i mandarini migliori dovete tenere a mente questi consigli:
Il mandarino è un frutto tipicamente invernale, il cui periodo di raccolta va da dicembre a marzo inoltrato. Il mese più indicato per il consumo è gennaio, mentre le varietà marzoline tendono a perdere in sapore e contenuto zuccherino, e quindi è sconsigliato l’acquisto.
Ci sono diverse varietà di mandarino in commercio in Italia e nel mondo. Tra queste possiamo citare la satsuma/maikan, di importazione giapponese e diffusa negli Stati Uniti dalla seconda metà dell’Ottocento.
La coltivazione dei mandarini satsuma avviene anche in Italia, e in modo particolare in Sicilia, dove si affianca alle ulteriori varietà avana, Paternò e al tardivo di Ciaculli, un presidio Slow Food che è originario della frazione omonima di Palermo.
Varietà ibride di mandarino, o dall’origine contestata dal punto di vista botanico, sono il tangerine (di forma più simile all’arancio) e i clementini (o mandaranci), che invece appartengono a una specie diversa nella famiglia delle Rutaceae.
Tra le altre specie troviamo l’arena, il ponkan, il delizioso, l’acido, il tachibana e il calamondino.
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