Le Olivette di Sant’Agata sono dei dolcetti tradizionali siciliani che come le Cassatelle di Sant’Agata si preparano in occasione della festa di Sant’Agata, la patrona di Catania celebrata il 5 febbraio.
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Questi dolcetti sono particolarmente amati non solo per il loro sapore dolce e leggermente agrumato, ma anche per il loro significato religioso e culturale.
Le Olivette di Sant’Agata sono dei dolcetti a base di pasta di mandorle, preparazione tipica e riconoscibile della pasticceria siciliana tradizionale.
Mandorle, zucchero e liquori come rum, rosolio o Maraschino da aggiungere all’impasto, colorante per renderle simili alle olive anche per il colore verde oliva e zucchero.
Le olivette di Sant’Agata sono dolcetti che non hanno bisogno di cottura ma solo di una notte di riposo, durante la quale gli ingredienti hanno modo e tempo di amalgamarsi per bene tra loro.
Una volta lasciato riposare l’impasto, per formare le olivette basta prelevarne piccole porzioni e modellarle a forma di oliva. La grandezza tipica è quella di un’oliva grande, ma si possono variare la dimensione a seconda delle preferenze personali e dell’effetto visivo che si vuole ottenere alla fine.
A quel punto si lascia riposare le olivette per alcune ore in un luogo fresco e asciutto prima di servirle. Questo permette ai sapori di amalgamarsi meglio e alla pasta di mandorle di stabilizzarsi.
[foto @Wead – Shutterstock.com/solo uso editoriale]
Come accade per molti dolci della tradizione che nascono per festeggiare i santi, le olivette di Sant’Agata sono profondamente attraversate da venature leggendarie.
C’è una leggenda dietro le olivette di Sant’Agata, che peraltro giustifica la forma particolare di questi dolci che somigliano per forma e colore in tutto e per tutto a delle olive.
Secondo la tradizione, Agata fu letteralmente salvata da una pianta di ulivo mentre cercava di sfuggire ad un gruppo di soldati. La vicenda sarebbe stata fortunosa e fortunata al tempo stesso.
La pianta di ulivo sarebbe infatti comparsa per miracolo mentre Agata si chinava per allacciarsi un calzare, e con la sua mole l’avrebbe nascosta allo sguardo dei suoi inseguitori.
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