I Maccheroncini di Campofilone sono un taglio di pasta all’uovo molto antica, tipica dell’omonimo borgo marchigiano: deliziosi e finissimi spaghettini all’uovo che si possono cuocere nel condimento, sopra ogni cosa salse tradizionali e dense come un sano ragù di carne o anche bianchi di pesce.
I Maccheroncini di Campofilone fanno parte della tradizione delle Marche sin dal Quattrocento. Un taglio di pasta unico nel suo genere, una delizia gastronomica che solo Campofilone sa dare, guadagnandosi il marchio di IGP, Indicazione Geografica Protetta. Nel corso del secoli nelle Marche si è legata la tradizione contadine con quella dei nobili che amavano desinare a maestosi banchetti, ed è proprio su questa premessa che andremo a parare.
Dopotutto la cucina marchigiana è una gradevole mistura di cucina di entroterra e di costa un po’ influenzata dall’Emilia e dalla Toscana, e fra le varie cose, anche l’utilizzo del grano. Oggi vi raccontiamo di un taglio di pasta molto particolare, i maccheroni di Campofilone, IGP ormai dal 2013 e ormai su tavole e vetrine internazionali.
I Maccheroncini di Campofilone sono molto diversi dagli altri tipi di pasta alimentare poiché la farina si impasta esclusivamente con uova di gallina e nessun’altra forma di liquido: l’IGP detta esattamente così, con l’uso da sette a dieci uova ogni kg di farina, equivalente almeno ad un terzo dell’impasto.
Ma non solo. Sono diverse dalle altre paste alimentari per la sottigliezza della sfoglia e il taglio finissimo, usando farina di grano duro, anche se a volte si usa quello tenero a patto che abbia glutine forte che assorbe bene (si fa solo in famiglia, però).
Si impastano gli ingredienti senza aggiunta di acqua e la sfoglia che ne esce, dura porosa e sottile (spessa da 0,3 a 0,7 mm), prima si arrotola e poi la si taglia in modo da ottenere fili molto ma molto sottili, larghi nell’ambito dei 0,8 a 1,2 mm (fonte).
Oltretutto, un grande appunto. È una pasta ad altissima resa, in modo tale che 250 grammi equivalgono a 4 porzioni.
Come anticipato prima, si è utilizzata prima la farina di grano tenero doppio zero e poi quella di grano duro. Leggendo il disciplinare IGP difatti si nota come siano nominate entrambe.
Sul numero di uova si usano dalle 7 alle 10 uova intere ogni chilo di farina, senza acqua, o almeno se non sono intere devono essere il 33%. La lunghezza dei Maccheroncini di Campofilone va dai 35 ai 60 cm e si indicano anche larghezza e spessore (nominati prima); quando sono stati tagliati vengono messi su carta alimentare e poi piegati in modo tradizionale.
Successivamente si mettono sui telai per essere essiccati, e questo è lo stesso procedimento tramandato da secoli quando venivano pettinati sul dorso di un coltello e lasciati asciugare dove c’era una stufa. Ma dopotutto hanno origini antiche, e l’episodio più famoso è legato con un filo (di pasta) col Concilio di Trento del 1560, dove si cucinò questo taglio meraviglioso di Campofilone.
Era la pasta che di solito si consumava in zona: oltre ad essere deliziosa è stata creata anche come metodo di conservazione a lungo termine delle uova, le tante uova prodotte dalle galline del borgo, in modo da sfruttarle tutto l’anno. Durano, infatti, sui 30 mesi. Se fate la pasta fatta in casa, a tal proposito, abbiamo qualche consiglio su come farla durare almeno 100 giorni. A proposito di uova: sapete a cosa servono quei numeri sulle uova?
Se volete provare i Maccheroncini di Campofilone, che ricordiamo cuociono in un minuto, sono disponibili su Amazon al prezzo di 2.99 euro. Confezione da 310 grammi, la più conveniente, e una delle effettive poche marche che si trovano online, essendo IGP. Tenete a mente che è una pasta ad alta resa e con 250 grammi vengono 4 porzioni: con questa da 310 vengono abbondanti.
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