Composto da un insieme di spezie di origine indiana, il cui nome deriva dal termine inglese “cari” che significa “zuppa”, il curry è uno dei più diffusi ingredienti di natura speziata utilizzati nelle preparazioni gastronomiche.
Esso viene ottenuto dalla frantumazione nel mortaio di vari ingredienti, che sono: cannella, curcuma, pepe nero, cumino, noce moscata, zenzero, peperoncino, chiodi di garofano e fieno greco.
La sua storia ebbe inizio nel 1700 quando i primi mercanti colonizzarono l’Inghilterra portando con sé numerosi servitori indiani, da cui acquisirono l’abitudine di utilizzare il curry per insaporire le pietanze.
Nel corso dell’Ottocento, questo ingrediente arrivò negli States, anche se con alcune piccole variazioni rispetto alla tradizionale ricetta indiana. Seguì una progressiva diffusione in gran parte del mondo occidentale, da sempre attratto dai sapori e dagli aromi dell’oriente.
L’industria delle spezie, che ha subito un notevolissimo impulso anche grazie all’espansione delle ricette vegetariane e vegane, ha dunque incominciato a rivolgersi a sempre più ampie fasce di consumatori che attualmente fanno largo impiego della spezia.
Derivante in gran parte dal rizoma della curcuma, un vegetale particolarmente ricco di curcumina, il curry può avere composizione variabile che nel complesso conferisce il tipico sapore piccante e fortemente aromatico alla polvere.
Mediamente 100 grammi di questa miscela speziata hanno un basso contenuto calorico (325 calorie) e notevoli proprietà nutrizionali derivanti dai suoi componenti.
L’acqua ha un preso relativo, di soli 9 grammi, le proteine e i lipidi sono presenti con 14 grammi, i carboidrati raggiungono i 55 grammi e le fibre sono rappresentate con 53 grammi. Il contenuto vitaminico è decisamente interessante sia dal punto di vista quantitativo che da quella qualitativo dato che questi micronutrienti sono contenuti nella polvere di curry abbondantemente e con una notevole varietà.
La vitamina C, utilissima per stimolare l’attività del sistema immunitario e per combattere i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento delle cellule, ha una concentrazione di 0,7 milligrammi.
25 milligrammi di vitamina E rappresentano un valore molto alto per questa sostanza il cui importante ruolo di controllo su numerose reazioni biochimiche contribuisce a migliorare il metabolismo globale. Le vitamine del gruppo B (Tiamina, Riboflavina, Niacina, e Acido Folico) sono presenti in quantità rappresentative e consentono di ottimizzare la produzione di globuli rossi, contrastando l’insorgenza di anemie e altri disturbi legati alla ossigenazione dei tessuti.
Presente in tracce, la vitamina A controlla il ricambio delle cellule, offrendo supporto in casi di rallentamento delle principali funzioni organiche. La vitamina K, coinvolta nei processi di coagulazione del sangue, è contenuta in percentuali non troppo elevate, ma comunque sufficienti per esplicare efficacemente la sua attività.
I minerali che si trovano nella polvere di curry sono rappresentati soprattutto dal potassio (1170 milligrammi), dal fosforo (367 milligrammi), dal calcio (525 milligrammi) e dal magnesio (255 milligrammi). Sodio e zinco, due elementi fondamentali per regolare la funzionalità delle membrane cellulari, hanno una concentrazione minore, ma sempre significativa.
Essendo costituito da una grande percentuale di curcuma, il curry è in grado di sfruttare i poteri fitoterapici della curcumina, la principale componente del vegetale.
Da essa dipende infatti il notevole potere antinfiammatorio che si evidenzia soprattutto in caso di flogosi dei tessuti sottoposti a stress ossidativi. Un’azione particolarmente benefica è anche quella riferibile al potere vasodilatatorio di questa spezia, che contribuisce ad abbassare la pressione arteriosa agendo principalmente a livello del microcircolo.
Per quanto riguarda l’apparato gastrointestinale, il curry trova largo impiego per contrastare l’insorgenza di flatulenza e meteorismo oppure in tutti i casi in cui la digestione si presenta lenta e laboriosa. Grazie alla presenza di peperoncino e zenzero, esso stimola la sintesi dei succhi gastrici, favorendo l’attività dello stomaco; è sbagliato pensare che il sapore piccante degli alimenti sia controindicato in caso di disturbi gastrici in quanto alcune spezie (come appunto il curry) hanno un benefico effetto stimolante sulla digestione.
Secondo le più recenti linee guida nel settore nutrizionistico, questa spezia è in grado di accelerare il metabolismo, comportandosi come una sostanza brucia grassi, particolarmente utile quando sia necessario perdere peso.
Infatti molti integratori per dimagrire sono formulati appunto con il curry, che comunque può venire impiegato anche semplicemente per condire le pietanze.
Alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato i vantaggi derivanti dall’assunzione della spezia da parte di individui affetti dal Morbo di Alzheimer poiché sembra che essa riesca a rallentare i processi degenerativi delle cellule cerebrali.
Interessanti risultati si sono ottenuti anche per l’attenuazione dei sintomi collegati all’artrite reumatoide, una patologia auto-immune che interessa l’apparato osteo-articolare; tale azione è probabilmente riconducibile alla proprietà antinfiammatorie del prodotto.
Nonostante si tratti di un composto naturale estremamente ben tollerato e che offre notevoli benefici per vari disturbi, il curry presenta anche qualche controindicazione.
Il principale effetto avverso è relativo alla ipostimolazione delle cellule mucipare (produttrici di muco), il cui meccanismo d’azione sembra inibito dal curry; come conseguenza le mucose dell’apparato gastro-enterico si trovano prive della fisiologica protezione anti acidità.
Pertanto chi soffre di ulcera gastrica oppure duodenale deve assumere la spezia con cautela e comunque in minime dosi, per evitare che insorgano fenomeni irritativi. Dato che la curcumina stimola la produzione di acidi biliari, responsabili della formazione di calcoli alla cistifellea, sarebbe opportuno evitarne il consumo per chi è affetto da calcolosi colecistica.
Anche se non sussistono controindicazioni per l’impiego del curry in gravidanza, è meglio non servirsene durante l’allattamento dato che il sapore del latte potrebbe venire modificato.
Il curry è reperibile in tutte le stagioni poiché, trattandosi di un prodotto secco e polverizzato, la sua disponibilità non subisce variazioni.
Il curry è disponibile in diverse varietà che si distinguono tra loro per le concentrazioni dei componenti. Esistono comunque due tipologie di base che sono il “mild” molto piccante e lo “sweet” dal sapore più dolce. In commercio sono disponibili anche: Tandori (a miscela rossa), Garam (ideale per piatti di carne), Madras (molto piccante) e Vindaloo (dal gusto agrodolce).
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