Quando parliamo di focaccia parliamo di una preparazione da forno che ha attraversato i secoli, anzi i millenni, perché era una ricetta che veniva realizzata già dai Fenici e dai Greci. Dal latino focus, che sta ad indicare la cottura degli impasti ricavati dalle farine, ‘’focacia’’ è il termine femminile che ne è derivato: i romani offrivano le focacce agli dei e nel rinascimento venivano mangiate nei banchetti di nozze accompagnate dal vino. La focaccia è arrivata fino a noi con la sua semplicità e nelle sue incredibili varianti: vediamo cosa troviamo nei forni di tutta Italia.
La focaccia viene ricavata dall’impasto del pane, la cui cottura può essere fatta al forno o alla brace: viene aggiunto un grasso che può essere olio o strutto, ma in Italia si contano moltissime varianti. La classica è sicuramente quella genovese, la cui peculiarità sta nell’altezza di circa 1 cm., ha un colore dorato ottenuto grazie alla spennellata di olio EVO prima di essere infornata. Classico spezza fame, può essere accompagnata da un bicchiere di vino, ma alcuni la inzuppano nel latte della colazione. Ha ottenuto il riconoscimento di PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) che sta a sottolineare la tradizione del territorio.
La variante con le cipolle è particolarmente apprezzata, la ricetta viene dai quartieri più popolari della città, diffusissima tra i lavoratori del porto che ne facevano un pasto vero e proprio. La troviamo anche con le olive, che possono essere sia nell’impasto che sopra, oppure la salvia o la classica con il rosmarino, molto gustosa anche quella con le patate sempre nell’impasto esattamente come le noci, mentre i pomodori vanno sopra; la focaccia di Recco è con aggiunta di formaggio. Le varianti più moderne che troviamo in Liguria presentano varie salse, oppure nella versione dolce con la crema gianduia e anche farcite di panna.
Spaziando per le varie regioni d’Italia troviamo un’infinità di proposte: molto famosa è quella barese, ci spostiamo quindi dalla Liguria alla Puglia per vedere le differenze!
STG dal 2010, la focaccia barese si trova in tutta la regione: è un lievitato le cui origini sono di Altamura, famosa per il suo pane. Anche qui troviamo numerose varianti a seconda della zona di produzione, ma l’impasto base è sempre di semola rimacinata, patate lesse, olio, lievito, acqua e sale. Il condimento viene messo a crudo, dopo la seconda lievitazione e prima della cottura, sempre a base di olio EVO. È preferibile la cottura in forno a legna che la rende davvero inimitabile. Tra le varianti troviamo il condimento con i pomodori, le olive baresi, origano, le patate tagliate spesse, sale grosso, rosmarino, peperoni e tutte le fantastiche verdure pugliesi.
Tipica della città di Ascoli Piceno è la cacciannànz, in dialetto quel lievitato che veniva infornato prima del pane e che, quindi, veniva “caccià” (tirare fuori) ”nnanze” (davanti a tutti). È una ricetta di antica tradizione perché risale all’epoca in cui le famiglie cuocevano il pane nei forni pubblici della città o in quelli di campagna. Mettere questo lievitato per primo significava testare la temperatura del forno, infatti la cottura di questa focaccia risultava essere più veloce del pane che arrivava dopo e veniva cotto in grandi quantità.
La ricetta della cacciannànz è la stessa del pane, ma in superficie viene condita con aglio, olio, rosmarino, sale e olio: questa preparazione la si trova disponibile in tutti i forni della città, a testimonianza di quanto la tradizione sia rispettata e mantenuta. Ottima da sola, ma particolarmente golosa con la mortadella o un buon prosciutto crudo, da accompagnare con Falerio DOC, vino bianco della zona.
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