Il waffle è un tipico dolce della tradizione americana, che viene servito nella “breakfast” (colazione) di Oltreoceano.
I waffle possono essere mangiati da soli oppure con tantissimi abbinamenti diversi. L’idea più golosa (e italiana) è quella di coprirli con una cucchiaiata di Nutella, ma in alternativa si può scegliere la marmellata.
La tradizione anglosassone li vuole invece accompagnati dal tipico e dolcissimo succo d’acero.
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Nonostante sia diffusissimo negli Stati Uniti d’America, però, questo dolce ha una origine prettamente europea.
Sappiamo infatti che questa cialda di pasta morbida, simile nell’impasto al pancake o alla ferratella abruzzese, risalirebbe addirittura all’antica Grecia, dove il waffle era detto “obelias”.
In Belgio e in Francia questa prelibatezza è conosciuta come gaufre, ovvero “goffrato”, a grata. La sua diffusione risalirebbe al XIV – XVI secolo circa, quando venivano servite come dolce di Carnevale, con il significato di buon auspicio per la bella stagione.
Con l’esodo dei Padri Pellegrini dai Paesi Bassi agli Stati Uniti, la tradizione del wafel/poffer, delle tortine dalla forma a nido d’ape, fu importata anche negli Stati Uniti d’America dove, unendosi alla gaufre, generò i waffel così come li conosciamo oggi.
Per dare ai waffles la loro inconfondibile forma a quadratini è necessaria la padella per waffle. Questo particolare tipo di padella è in realtà più simile a una griglia, con due parti che si uniscono per cuocere in maniera uniforme la pastella.
Su Amazon ce ne sono diversi modelli, e quello di Beper è uno dei più consigliati.
Se non possedete una padella specifica, potete cuocerli in alternativa in una padella normale in modo che assomiglino a un pancake.
Se possedete la padella per waffle, cuoceteli dunque seguendo le istruzioni del fabbricante. Altrimenti mettete un mestolo di pastella in una padella bollente ben oliata e cuocete qualche minuto per ogni lato, fino ad ottenere un waffle croccante e dorato.
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