Le castagne sono il frutto autunnale per definizione e hanno una storia antichissima, che le fa risalire addirittura nel pieno del Terziario, circa dieci milioni di anni fa.
La pianta, sviluppatasi tra Asia ed Europa e poi divenuta parte integrante anche della flora americana, vede la sua diffusione in Italia iniziare presumibilmente nelle Alpi Apuane (Alta Toscana), per poi diffondersi a macchia d’olio resistendo all’ultima grande glaciazione datata 10.000 anni fa.
Sono i Greci, tuttavia, a esaltarne e testimoniarne le varie proprietà benefiche per l’organismo, mentre i Romani le definiscono “di scarso valore”.
Il consumo delle castagne è molto diffuso nel periodo autunnale per il frutto fresco, mentre durante tutto l’arco dell’anno vengono portate sulla tavola sotto forma di prodotti lavorati come dolci e farine.
Le castagne sono tra i frutti maggiormente calorici, con un apporto di 193 kcal per 100 grammi di parte edibile. Il dato deriva soprattutto da una scarsità d’acqua, che costituisce appena il 42% del peso complessivo.
La parte rimanente è data da carboidrati, zuccheri e fibre. Sotto il profilo vitaminico si trova in maniera particolare la vitamina A, C, D e le varie declinazioni della vitamina B (soprattutto B1, B2, B3, B9 e B12).
Molto buono è l’apporto che le castagne danno in potassio, fosforo, zolfo, sodio, magnesio, calcio e cloro.
Sono molteplici i benefici dati dall’assunzione delle castagne. Per molto tempo, il loro potere saziante era tale che lo stesso albero del castagno era detto “albero del pane”, per il loro potere molto saziante.
Specialmente durante i cambi di stagione, le castagne donano all’organismo forza e vitalità, compensando gli squilibri di sali minerali e nutrienti fondamentali, ma anche restituendo energie dopo l’attività fisica e sportiva.
Fanno molto bene al sistema nervoso e alle donne in gravidanza, nonché ai soggetti anemici. Un consumo misurato aiuta a mantenere attivo e regolare il transito intestinale e favorisce la lotta alla stipsi.
Non contenendo glutine,le castagne possono essere consumate anche dai soggetti celiaci, sia al naturale che come farina base per dolci, pasta e ricette varie.
Un normale consumo di castagne non presenta particolari controindicazioni, se non quelle legate all’alto contenuto di amido. Come con le patate, un consumo eccessivo può generare ipersensibilità ai soggetti affetti da disturbi gastrointestinali, particolarmente la sindrome del colon irritabile.
Questi effetti erano contrastati, già in passato, consumando le castagne insieme a felce dolce e liquirizia, ingredienti comunemente presenti nelle tisane carminative.
Essendo inoltre una buona fonte di zuccheri, sono sconsigliate ai soggetti diabetici o con problemi di peso eccessivo.
Una buona castagna la si riconosce da pochi, semplici elementi: la buccia è di colore marrone uniforme, né troppo chiara né troppo scura. Al tatto è compatta, così come la polpa, e non deve risultare in deformazioni o macchie scure.
La parte inferiore, di colore più chiaro, non presenta allo stesso modo macchie, ed è di colore uniforme.
La dimensione della castagna varia a seconda della varietà.
Sono due le tipologie principali di castagne adatte al consumo alimentare: la castagna normale e il marrone. La differenza più evidente è data dalle dimensioni: le castagne sono più piccole e se ne trovano di più nel riccio, mentre i marroni sono più grandi, e all’interno del riccio se ne trovano al massimo 2 o 3.
Tra le varie castagne di qualità in Italia troviamo quella di Montella e del Monte Amiata (IGP), nonché quella di Vallerano (DOP). Tra i marroni, invece, possiamo citare quelli del Mugello e di Castel del Rio (IGP) e quelli a Denominazione d’origine protetta di San Zeno.
Come già detto, le castagne sono un frutto tipicamente autunnale. Il periodo migliore per acquistarle e consumarle fresche va da metà settembre a inizio novembre, anche se alcune varietà possono trovarsi in commercio per periodi lievemente più lunghi.
La Videoricetta Top