Cachi: proprietà, benefici e controindicazioni

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I cachi (altrimenti detti kaki) sono i frutti di un omonimo albero, codificato botanicamente da Carl von Linnè, figlio di Linneo, nel 1782. La pianta del Diospyros kaki appartiene alle Ebenacee, un genere di alberi spontanei del quale il caco è il frutto più diffuso a livello alimentare.

Si tratta di un albero antichissimo, coltivato in Asia orientale – particolarmente in Cina – da almeno un paio di millenni, il cui nome originale è shizi, mentre in Italia si sono diffuse e radicate le varianti cachi e diospero.

Per i cinesi è l’albero delle sette virtù: fortemente resistente, ha una lunga vita ed è frondoso, ragion per cui offre riparo agli uccelli e agli uomini. Non soffre di parassitosi e i suoi rami, comprese le foglie, possono essere ampiamente impiegati come concime o come legna da ardere.

La presenza in Italia è accertata intorno al 1880; proprio in questo periodo suscita l’attenzione di Giuseppe Verdi, mentre la coltivazione prende piede soprattutto nel nocerino, in Sicilia e in Emilia Romagna. Quello di Mislimeri in Sicilia è una variante a sé stante.

Profilo nutrizionale dei cachi

100 grammi di caco fresco forniscono all’organismo un quantitativo medio tra le 65 e le 70 kcal. Tra i macronutrienti, il profilo è così suddiviso:

– Proteine 0,6%
– Grassi 0,3%
– Carboidrati: fino al 18%

La presenza di acqua è rilevante ma non assoluta, e si assesta intorno all’80%. Buona la presenza di fibre, circa il 2,5% del peso totale. Tra i sali minerali troviamo una forte prevalenza del potassio, con quantità significative di fosforo, magnesio, calcio e sodio.

Sotto il profilo vitaminico è da segnalare l’altissima presenza di vitamine, soprattutto A e C, con una componente residuale di niacina, tiamina e riboflavina, tutte appartenenti al ceppo delle vitamine B.

Benefici legati al consumo dei cachi

Una delle prime obiezioni che viene mossa al caco è quello di essere un frutto eccessivamente caloriche. Nonostante ciò, e ammettendone un consumo regolare all’interno di una dieta variata, è un ottimo alleato per la nostra salute, soprattutto durante il periodo autunnale.

I cachi, per la presenza di vitamina A e C, possono essere considerati come dei veri e propri salvavita, poiché concorrono al contrasto delle infiammazioni, degli stati febbrili e più in generale di tutti quei malanni di stagione che compaiono progressivamente durante la stagione fredda.

Sarà sicuramente apprezzato da chi soffre cronicamente di problemi digestivi e dell’apparato gastrointestinale, particolarmente la gastrite e il reflusso gastroesofageo. Infatti la presenza di potassio è significativa in questo senso, oltre a rappresentare un fenomenale coadiuvante della diuresi e del corretto funzionamento dell’apparato renale.

L’eliminazione corretta dell’acqua cellulare è inoltre utile per contrastare gli inestetismi della pelle, soprattutto la cellulite, e favorisce un equilibrio migliore a livello dell’intero organismo.

Grazie ai tanti zuccheri presenti può essere considerato come un portentoso concentrato di energia. Utilissimo per gli studenti, i lavoratori e tutti coloro che hanno bisogno di un boost nelle proprie prestazioni quotidiane, elimina la stanchezza e fa bene anche agli sportivi, prima e dopo l’attività fisica, poiché rafforza e reintegra la biodisponibilità di zuccheri e di minerali, che vanno persi con la sudorazione.

Vitamina A e C, contenute in gran quantità nei cachi, sono inoltre utili per dare alla pelle un bell’aspetto, contrastando il naturale decadimento cellulare, prevenendo l’insorgenza di discromie e rughe e allo stesso tempo aiutando anche chi soffre di acne.

Sia nell’uomo che nella donna aiuta contro i problemi delle parti intime: negli uomini favorisce la cura delle infiammazioni prostatiche e tra le donne è indicato contro i dolori del ciclo mestruale. Proprio durante le mestruazioni, ha un importante effetto antiinfettivo e antiemorragico.

Infine è un frutto dalle significative proprietà lassative, poiché contiene molta fibra insolubile che, non assorbita dall’intestino, si lega alle feci aumentandone il volume e migliorandone il transito nel colon.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Non vi sono eccessivi effetti collaterali da consumo di cachi, a patto di limitarsi a quantitativi moderati. Se mangiato in dosi eccessive, infatti, può favorire picchi glicemici (per questo motivo è sconsigliato nei soggetti diabetici o iperglicemici).

Allo stesso tempo è sconsigliato farne delle vere e proprie scorpacciate perché potrebbe portare a episodi diarroici intensi, oltre a favorire infiammazioni intestinali e dello stomaco. Per chi soffre di colite valgono le stesse prescrizioni.

Infine è consigliabile non mangiarlo di sera: gli zuccheri, presenti in abbondanza, tendono a depositarsi nel corpo e vengono convertiti in grasso. Meglio consumarlo durante la giornata o addirittura come parte di una sana colazione.

Varietà di cachi

In Italia sono quattro le varietà di cachi maggiormente coltivate e immesse sul mercato: la Fuyu, la Hana Fuyu, lo Jiro e il O’Gosho.

Il Fuyu produce frutti molto grandi, intorno ai due etti, con buccia giallo-arancia e maturazione che avviene nel mese di novembre.

L’Hana Fuyu è ancora più grande, con frutti sopra i 220 grammi che hanno una leggera squadratura (sono simili a dei pomodori) e che si raccolgono a fine ottobre.

I cachi Jiro sono più piccoli, di forma leggermente appiattita e dal colore giallo-arancio; i frutti sono disponibili tra ottobre e novembre.

La varietà O’Gosho ha frutti di grossa pezzatura, con un sapore molto intenso e dolciastro, con buccia e polpa arancione e periodo di vendita a inizio novembre.

Come consumare il caco in tavola

I cachi possono essere mangiati al naturale, accertandosi che siano già abbastanza maturi. Ce ne si accorge toccandoli: se risultano morbidi al tatto, con colore arancione acceso, significa che sono pronti per essere consumati.

Se invece sono ancora gialli è meglio lasciarli maturare. Non solo freschi: i cachi si consumano anche essiccati, dopo essere stati sbucciati e tagliati a spicchi.

Curiosità

L’albero della pace: così è chiamato il caco, poiché a Nagasaki, dopo lo sgancio della bomba atomica nel 1945, alcuni esemplari sopravvissero nonostante la contaminazione nucleare.


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