I biscotti del Lagaccio sono originari di Genova (come il pandolce genovese) e prendono il nome dall’omonimo quartiere del capoluogo ligure. Dal gusto molto particolare, sono perfetti da inzuppare nel latte o da utilizzare come fetta biscottata. Prevedono una preparazione che richiede varie fasi di lievitazione. Richiede circa due giorni di preparazione tra tempo di lievitazione, riposo e cottura lenta.
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Setacciate le due farine, unite il lievito sciolto in mezzo bicchiere di acqua tiepida, lo zucchero e il burro fuso ma tiepido. Impastate molto bene aiutandovi con l’acqua.
Mettete il composto in un recipiente, coprite con pellicola o con un canavaccio e lasciatelo lievitare in un luogo caldo per almeno 3 ore.
Al termine di questa fase di lievitazione, riprendete l’impasto e rilavoratelo per qualche minuto, unendo i semi di finocchio se volete. Con le mani create tre filoncini sottili e metteteli su una teglia ricoperta da carta da forno. Lasciateli lievitare coperti con la pellicola almeno 1 ora o fino a quando avranno raddoppiato il volume. Lasciate abbastanza spazio tra i filoni, perchè tra lievitazione e cottura si ingrandiranno molto.
Cuocete in forno a 180° per 20 minuti.
Sfornate, lasciate raffreddare più possibile, anche per una notte.
A questo punto tagliate i filoni a fette oblique ricavando tanti biscottoni. Mettete i biscotti del Lagaccio su una teglia coperta con carta forno e ripassateli in forno a 200° per 3-4 minuti per lato per renderli croccanti. Attenzione a questa fase per evitare che si coloriscano troppo.
Toglieteli dal forno quando avranno preso colore.
«State allegri, dunque, ché con questi biscotti non morirete mai o camperete gli anni di Mathusalem».
Così scrive Pellegrino Artusi nella sua opera La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene a proposito del biscotto del Lagaccio.
Questi biscotti che sono ormai un grande classico della pasticceria secca italiana fanno la loro prima comparsa alla fine del Cinquecento. È allora che un panificio iniziò a produrre questi biscotti, la cui fortuna rimase continua e ininterrotta fino ad oggi.
La sua produzione industriale si sviluppò in modo importante a partire dai primi anni del Novecento, diffondendosi sempre più e diventando pian piano una vera e propria fetta biscottata dolce da consumare a colazione.
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