L’albicocca è, insieme a ciliegie, prugne, mandorle e pesche (peraltro tutte appartenenti alla famiglia delle Rosacee), tra la frutta più diffusa e consumata durante i mesi estivi.
Non si conosce precisamente la storia delle albicocche, ma sicuramente sappiamo che la sua coltivazione avviene da oltre sette millenni: secondo alcuni fonti, infatti, i primi alberi di albicocche appaiono in Cina, in Russia e nell’Armenia intorno al 5.000 avanti Cristo.
Una diffusione capillare nel bacino del Mediterraneo, e in Italia in particolare, sono però molto più recenti: il loro consumo “popolare” fu infatti in qualche modo favorito durante la dominazione araba, ed è proprio dall’arabo che il nome dell’albicocca (al-barqūq) deriverebbe.
Il clima mite delle nostre latitudini ha però favorito la nascita e lo sviluppo sempre più capillare delle coltivazioni di albicocco, in misura tale che oggi tre dei cinque più importanti produttori mondiali di albicocche si trovano proprio nel Mediterraneo: Turchia, Algeria e Italia. I rimanenti, Uzbekistan e Iran, fanno parte del bacino regionale di provenienza storica della pianta.
Cento grammi di albicocche fresche apportano all’organismo una media di 28 kcal. Il dato è equiparabile alla maggior parte della frutta estiva, e si pone in ogni caso in una fascia piuttosto bassa, che le rende adatte anche a regimi alimentari ipocalorici.
L’indice glicemico delle albicocche è tuttavia più alto rispetto, ad esempio, alle ciliegie, e oscilla tra i 46 e i 57 punti, mantenendosi in una fascia media, che ne rende il consumo consigliabile con moderazione nei soggetti a rischio.
Con oltre l’86% di acqua nella parte edibile, le albicocche sono peraltro grande fonte di acqua nell’alimentazione. Parimenti può dirsi per le vitamine e i sali minerali, con una presenza discreta di Vitamina C (quasi il 17% della dose giornaliera raccomandata), di Vitamina A, di Beta-Carotene, Vitamina E, Vitamina K e potassio.
Il profilo vitaminico e nutrizionale dell’albicocca è foriero di numerosi benefici per il nostro organismo. Nella fattispecie, il buon apporto di potassio aiuta a regolare la pressione arteriosa e il corretto funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio.
Le vitamine, e in particolare la Vitamina C, contribuiscono a mantenere la pelle con un aspetto sano e vigoroso, mentre il Beta-Carotene favorisce sia la vista che una corretta pigmentazione del derma: sono dunque delle grandi alleate dell’abbronzatura estiva.
Oltre a rappresentare un ottimo alimento per chi pratica attività fisica, le albicocche aiutano in caso di cali di energia, favoriscono un corretto funzionamento dell’apparato digestivo e sono ottime per prevenire i processi di ossidazione delle cellule. Addirittura, la luteina e la zeaxantina (sostanze contenute nella polpa dell’albicocca) sono indicate nella prevenzione del cancro.
Nonostante l’albicocca, da sola, non presenti controindicazioni particolari, il suo consumo può e deve essere tenuto sotto stretta osservazione in alcuni soggetti a rischio potenziale.
In particolar modo, i soggetti affetti da calcolosi renale dovrebbero consumare con estrema moderazione le albicocche, poiché i frutti contengono molta vitamina C (l’acido ascorbico, infatti, è responsabile nella sintesi dei calcoli).
In altri casi, inoltre, il consumo di albicocche può essere legato alle cosiddette allergie crociate, ovvero a sintomatologie che, tramite l’interazione con altri allergeni (come ad esempio i pollini), possono generare reazioni allergiche importanti.
L’albicocca, infine, è un frutto dal potenziale lassativo importante: è importante dunque consumarla senza esagerare!
Le albicocche sono generalmente vendute fresche, secche e sciroppate. Per ciascuna modalità di conservazione e vendita vale la pena elencare alcuni consigli utili per favorire un acquisto consapevole:
Le albicocche sono disponibili fresche solo in un ristretto periodo dell’anno, che coincide con l’esordio dell’estate e si conclude nel cuore di questa.
La coltivazione italiana, infatti, è produttiva in linea di massima dalla fine di maggio a luglio inoltrato, mentre le produzioni del Nordafrica possono, in virtù delle differenze climatiche, essere anticipate e prolungate più a lungo.
Le albicocche secche e sciroppate, invece, si trovano in commercio pressoché tutto l’anno.
Le varietà di albicocche presenti in commercio sono spesso poche, e si limitano a quelle più produttive, facili da coltivare o resistenti agli sbalzi meteorologici. In pochi sanno, però, che sono almeno 300 i “ceppi” di albicocca coltivati solo in Italia, secondo una ricerca dell’Università di Pisa.
Tra queste varietà troviamo ad esempio la Precoce di Toscana, ideale per il consumo fresco e che può essere consumata tra fine giugno e inizio luglio.
Nel novero dei cosiddetti “frutti antichi” troviamo l’albicocca agostana, dal colore rosso e così chiamata perché arriva a maturazione intorno alla metà di agosto, la Bella d’Imola (luglio) e la Bergeroni, dal bel colore giallorosso e che matura nella seconda metà di luglio.
Tra le varietà di albicocca più diffuse possiamo citare la Goldrich, dalle dimensioni generosi; la Ivonne Liverani, tipica del Nord Italia; la Pisana e la San Castrese, dalle dimensioni medie e dal tipico colore arancione chiaro.
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