Quando si tratta di data di scadenza è bene stare attenti, specialmente a ciò che rimane nella nostra dispensa troppo a lungo inconsapevolmente.
Quando si tratta di mantenere la tua cucina sicura e i tuoi pasti deliziosi, conoscere la data di scadenza dei cibi è essenziale. Ma cosa significa davvero quando un alimento scade? E consa significa quando sull’etichetta del prodotto si legge “consumare preferibilmente entro”?
Quando un alimento porta la dicitura “consumare preferibilmente entro”, significa che il produttore raccomanda di consumare il prodotto prima della data indicata per garantire la massima freschezza, qualità e gusto.
Questo però non significa che l’alimento sia diventato automaticamente non sicuro da consumare dopo quella data. Molte volte gli alimenti possono essere consumati in modo sicuro anche dopo la data di consumo preferibile, a condizione che siano stati conservati correttamente e non mostrino evidenti segni di deterioramento come odore sgradevole, muffa o alterazioni visive.
Quando un alimento indica una data di scadenza ben precisa, è invece importante che venga attentamente rispettata. Questa data indica infatti il momento dopo il quale il produttore non può garantire qualità, freschezza e sicurezza del prodotto. Consumare alimenti dopo la data di scadenza potrebbe comportare rischi per la salute, poiché potrebbero essere diventati contaminati da batteri dannosi o aver subito un deterioramento che li rende non sicuri da mangiare.
Una volta fatta questa premessa, è bene sapere che cui sono alcuni alimenti che non avremmo mai sospettato di dover buttare. Non perché siano dannosi per la nostra salute, ma per quanto riguarda il sapore, l’aspetto e la loro efficacia nelle ricette che cuciniamo. Ecco una lista.
La data di scadenza della farina è di 6-8 mesi e superato questo tempo il sapore sarà alterato ed inoltre, con molta probabilità, inizierà a popolarsi di filamenti e farfalline.
Bisogna però distinguere le varie farine in commercio, poiché quelle bianche (farina 0 e 00) hanno una durata decisamente maggiore rispetto a quelle integrali, meno raffinate, che dopo 1 o 2 mesi già iniziano ad assumere un gusto stantio, questo perché sono più ricche di nutrienti e acidi grassi, perciò si consiglia di conservarle in frigorifero dopo l’apertura.
Il lievito, essendo comunque un alimento “vivo”, che sia fresco o in polvere, ha necessità di mantenere la sua integrità per funzionare correttamente. Per questo motivo una confezione di lievito chiusa ha una data di scadenza massima di 1 anno in temperatura ambiente, ma se la confezione è stata aperta è consigliabile utilizzarla entro pochi mesi, in modo tale che non passi troppo tempo esposta all’aria.
Se si vuole verificare l’integrità dell’agente lievitante, sarà sufficiente mescolarne una piccola dose in acqua tiepida: se farà schiuma vorrà dire che il lievito può ancora essere utilizzato.
Anche le lenticchie, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, hanno una data di scadenza.
Soprattutto se conservate in un luogo con la temperatura sbagliata, tendono a inglobare l’umidità e diventare acide, per questo si consiglia un luogo presto e la consumazione entro un anno.
Le spezie rimangono sempre innocue, ciò che va a danneggiarsi è il loro sapore che perde d’intensità, perciò è bene consumarle nel giro di tre mesi.
Per vedere se le nostre spezie hanno raggiunto la loro data di scadenza ideale, ovvero hanno perso aroma, basterà osservarne il colore: ad esempio se curry e curcuma, entrambe di colore giallo, perdono la loro brillantezza, significa che hanno perso anche il loro tipico sapore.
Il bicarbonato, alimento dai mille utilizzi, non ha una vera e propria data di scadenza.
Come alimento, infatti, non nuoce alla salute nonostante siano trascorsi più di sei mesi dal primo utilizzo, ma nuocerà sicuramente alla riuscita dei nostri dolci, che rimarranno bassi e tutt’altro che soffici.
La data di scadenza del riso è “segnata” una volta aperta la confezione. I chicchi infatti, se esposti all’aria, iniziano a mutare la loro superficie, tant’è che impiegheranno più tempo a cuocere e ad assorbire acqua.
Per questo motivo è bene consumare il riso, con confezione aperta, nel minor tempo possibile, altrimenti si correrà il rischio di rendere più difficile la preparazione di risotti, ad esempio, in quanto perderanno di cremosità.
L’aceto, come il lievito, è un ingrediente vivo e ricco di microrganismi.
Se da un lato difficilmente deperisce o marcisce, d’altro canto, una volta raggiunta la data di scadenza, rischia di fermentare e produrre quella che viene comunemente chiamata madre. Si tratta di un accumulo di lieviti, totalmente innocuo. Si consiglia dunque, in modo da bloccare la fermentazione, di conservare l’aceto in frigorifero sin da subito.
Nessuno sospetterebbe mai che il caffè abbia una data di scadenza. In fondo, prima di raggiungerla, lo si consuma molto prima! L’oro scuro, però, dopo la macinazione inizia a perdere nutrienti d intensità, perciò è sempre consigliato lasciarlo nella sua confezione d’origine e conservarlo in un ambiente buio e fresco (anche il frigorifero va bene).
La Videoricetta Top